Tito Stagno

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NATO IL 01-01-1930
MORTO IL 01-02-2022
Italia Tito Stagno è stato un giornalista, telecronista sportivo e conduttore televisivo italiano Infinita Memoria ha realizzato questo Memorial, per omaggiare un Uomo che attraverso il merito della sua opera si è distinto, ricoprendo un ruolo importante nella vita sociale culturale del Paese. E’stato quindi doveroso da parte nostra, erigere un monumento alla memoria, la dove poter indirizzare i nostri Infiniti ringraziamenti
Pubblicato il 02/02/2022


Tito Stagno (Cagliari, 4 gennaio 1930 – Roma, 1º febbraio 2022) è stato un giornalista, telecronista sportivo e conduttore televisivo italiano.

Biografia

«Parlare di un avvenimento che si sta svolgendo mentre sono al microfono, dire alla gente ciò che le immagini da sole non possono spiegare, e dirlo con chiarezza, trasmettere agli spettatori anche un po' delle mie emozioni, è una cosa che mi esalta.»

(Tito Stagno[senza fonte])
Tito Stagno, primo di otto fratelli, si trasferisce dalla Sardegna con la famiglia prima a Parma, poi a Pola. All'età di 13 anni ha un'esperienza come attore cinematografico: nel 1943 partecipa al film di Francesco De Robertis Marinai senza stelle (distribuito soltanto nel 1948), nel ruolo di Murena. Comparirà di nuovo sul grande schermo nel 1959 sotto la regia di Dino Risi nel film Il vedovo a fianco di Alberto Sordi in una breve scena nei panni di un giornalista televisivo[1]. Nel 1946, a Cagliari, compie gli studi classici e si iscrive alla facoltà di medicina. Comincia a lavorare in radio nel 1949 come radiocronista, intervistatore e documentarista.

Nel 1954 vince il primo concorso nazionale per telecronisti e partecipa a un corso di specializzazione con Furio Colombo, Gianni Vattimo, Umberto Eco; lascia pertanto l'università e inizia a Roma il nuovo lavoro. Dal 1955 è a Roma nella redazione del primo telegiornale diretto da Vittorio Veltroni. Effettua le sue prime telecronache nel 1956, in occasione dei Giochi olimpici invernali di Cortina d'Ampezzo, alle quali seguono, quattro anni dopo, quelle delle gare di pallacanestro, svoltesi nel Palazzo dello Sport dell'EUR, dei Giochi Olimpici estivi di Roma del 1960.

È l'inviato al seguito di due papi (Giovanni XXIII e Paolo VI) e di due presidenti della Repubblica (Antonio Segni e Giuseppe Saragat).

Nel 1957 commenta, in Campidoglio, la firma dei trattati del Mercato Comune Europeo. È il telecronista delle visite dei Capi di Stato in Italia, comprese quelle dei reali d'Inghilterra e di John Fitzgerald Kennedy, e dei gravi fatti d'America del 1963 e del 1968.

Sempre nel 1957 si interessa dello Sputnik 1, lanciato proprio quell'anno: «Me ne occupai io e da allora quel settore in ascesa divenne un po’ il mio».[2] È stato uno dei più popolari conduttori del telegiornale negli anni sessanta e nei primi anni settanta. Nel 1961 fu il telecronista che commentò il primo volo di Jurij Gagarin intorno alla Terra: il fervore e l'esattezza con cui parlò dell'impresa ebbero tali consensi da indurre i dirigenti Rai ad affidargli le trasmissioni in diretta e i servizi del telegiornale in occasione di tutti i lanci di sonde spaziali o astronavi pilotate[senza fonte].

«Ha toccato! Ha toccato il suolo lunare!»

(L'annuncio del 20 luglio 1969 dello sbarco sulla Luna)
Nel 1966, alla vigilia del Programma Apollo, venne inviato negli Stati Uniti d'America per un viaggio di studio e di aggiornamento. Fu così che conobbe gli artefici principali della conquista della Luna e poté vedere nascere le macchine che avrebbero portato l'uomo sul satellite. L'evento che gli dà grande notorietà avviene nel luglio 1969 ed è l'indimenticabile diretta televisiva, una "veglia" entrata nell'immaginario collettivo di gran parte degli italiani, la missione Apollo 11 commentata insieme a Ruggero Orlando da Houston. I due giornalisti durante la diretta ebbero un battibecco[3] perché non si trovarono d'accordo sul momento preciso dell'allunaggio degli astronauti. Da analisi successive delle registrazioni è emerso che Tito Stagno annunciò l'allunaggio con 56 secondi di anticipo e Ruggero Orlando con circa 10 secondi di ritardo.[4]

"Astronauta ad honorem", come una volta lo chiamò affettuosamente il politico Mariano Rumor incontrandolo con altri giornalisti, Tito Stagno ha legato il suo nome


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