Rosario Bentivegna

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NATO IL 22-06-1922
MORTO IL 02-04-2012
Italia Rosario Bentivegna è stato un partigiano italiano. Durante la seconda guerra mondiale, mentre era studente universitario di medicina, aderì al Partito comunista italiano e divenne un militante attivo dei GAP organizzati dalla Resistenza romana dopo l'8 settembre 1943 per contrastare l'occupante tedesco. Con il nome di battaglia di "Paolo", fu il protagonista operativo dell'attentato di via Rasella

Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria  Medaglia d'argento al valor...

Pubblicato il 24/11/2019


Rosario Bentivegna (Roma, 22 giugno 1922 – Roma, 2 aprile 2012) è stato un partigiano italiano.

Durante la seconda guerra mondiale, mentre era studente universitario di medicina, aderì al Partito comunista italiano e divenne un militante attivo dei GAP organizzati dalla Resistenza romana dopo l'8 settembre 1943 per contrastare l'occupante tedesco. Con il nome di battaglia di "Paolo", fu il protagonista operativo dell'attentato di via Rasella, durante il quale si incaricò, travestito da netturbino, di collocare e innescare l'ordigno esplosivo che causò la morte di trentatré militari tedeschi sudtirolesi del Polizeiregiment "Bozen".

Dopo la fine della guerra, oltre a esercitare la sua professione di medico, continuò a svolgere attività politica nel PCI, assieme alla moglie Carla Capponi, e difese in modo intransigente l'operato suo e dei suoi compagni durante la Resistenza.

Ambiente familiare
Rosario Bentivegna proveniva da una famiglia siciliana, particolarmente impegnata nelle lotte per il Risorgimento.

Il trisavolo Domenico di Marco detto "il Doganiere", nonno della nonna paterna Angela di Marco, era un liberale che guidò l'insurrezione di Palermo del 1831 per la Costituzione e fu fucilato dai Borboni.

Il bisnonno Vincenzo Bentivegna fu nominato dal generale Giuseppe Garibaldi, nel settembre del 1860, commissario straordinario per la Provincia di Benevento. Francesco Bentivegna, mazziniano, cugino di Vincenzo, membro del Parlamento siciliano dopo i moti del 1848, avviò da Corleone, dove era al confino politico, l'insurrezione anti-borbonica prevista per il 12 gennaio 1857, anniversario della rivoluzione del 1848. Scoperto il piano, il 22 novembre 1856, con alcuni suoi compagni prese il controllo di Mezzoiuso, dal cui carcere furono liberati alcuni prigionieri politici. Malgrado l'azione sia proseguita con successo a Villafrate, la preponderante forza armata borbonica fece fallire l'insurrezione.

Giuseppe e Stefano Bentivegna, garibaldini, fratelli del predetto Francesco furono, insieme a Vincenzo Bentivegna, Giovanni Corrao ed Enrico Cairoli, tra gli ufficiali di maggior grado di Garibaldi sull'Aspromonte, nel 1862.

L'omonimo nonno di Rosario fu invece docente universitario di Ingegneria Sanitaria, vicesindaco di Roma e Assessore ai Lavori Pubblici nella Giunta di Ernesto Nathan e come lui massone, fu Gran segretario del Grande Oriente d'Italia e raggiunse il 33º grado del Rito scozzese antico ed accettato. Uno zio, Pietro Bentivegna, cadde nel 1916, giovanissimo aviatore, nel corso della Prima guerra mondiale.



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