Armando Picchi (Livorno, 20 giugno 1935 – Sanremo, 27 maggio 1971) è stato un allenatore di calcio e calciatore italiano, di ruolo difensore.
Biografia
Scomparve il 27 maggio 1971 all'età di 35 anni per le conseguenze di una forma di amiloidosi. Il giorno dei funerali, che si svolsero in forma pubblica nonostante il volere contrario della famiglia, l'intera cittadinanza di Livorno si fermò a rendergli onore. I negozi rimasero chiusi dalle 17.30 alle 19.00 in ricordo di Armandino.
Nel giugno dello stesso anno venne istituito alla sua memoria il Trofeo Nazionale di Lega Armando Picchi.
Nel 1990 gli venne intitolato lo stadio comunale di Livorno. Sempre nella città toscana, sua città natale, è attiva la squadra dilettantistica dell'Armando Picchi Calcio.
Carriera
Giocatore
Club
Esordì nel Livorno nella stagione 1954-1955 nel ruolo di mezzala. L'allenatore Mario Magnozzi decise poi di spostarlo in difesa come terzino destro, ottenendo rapidamente il posto da titolare. Rimase al Livorno per cinque stagioni, giocando 105 partite con 5 gol all'attivo.
Nel 1959 fu ingaggiato dalla SPAL, allora militante in Serie A. Con la squadra di Paolo Mazza si classificò al quinto posto della classifica, massimo traguardo raggiunto dalla squadra ferrarese. Al termine della stagione l'Inter lo acquistò col pagamento di 24 milioni, oltre alla cessione definitiva di Oscar Massei, Enzo Matteucci e Ambrogio Valadè. Nella squadra nerazzurra iniziò a giocare da terzino destro, ruolo che aveva ricoperto nella SPAL. Al termine della stagione 1961-1962, Herrera lo spostò al centro come libero, ruolo del quale in breve tempo divenne uno dei massimi interpreti. Dopo la partenza di Bruno Bolchi divenne il capitano della squadra. Con la Grande Inter vinse tre scudetti, due Coppe dei Campioni e due Coppe intercontinentali.
Venne ceduto al Varese al termine della stagione 1966-1967, dopo aver giocato in nerazzurro 257 partite complessive con 2 gol segnati.
Nazionale
Esordì con la Nazionale italiana a Genova il 4 novembre 1964 in Italia-Finlandia 6-1, subito dopo essere diventato campione del mondo di club con l'Inter. Sotto la gestione Edmondo Fabbri non ebbe grande spazio e non venne convocato per il Mondiale del 1966.
Sotto la gestione Valcareggi, peraltro coadiuvato da Helenio Herrera, venne chiamato per tutte le partite delle qualificazioni agli Europei del 1968. Il 6 aprile 1968, durante Italia-Bulgaria, subì la frattura del bacino e fu quindi impossibilitato a partecipare alla manifestazione. Quello fu il suo ultimo incontro con la maglia azzurra, dopo aver collezionato 12 presenze.
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