Pio La Torre (Palermo, 24 dicembre 1927 – Palermo, 30 aprile 1982) è stato un politico italiano
Biografia
Infanzia e gioventù
Nacque nella frazione di Altarello di Baida del comune di Palermo in una famiglia di contadini molto povera, da padre palermitano e madre lucana, figlia di un pastore di Muro Lucano (PZ). Sin da giovane si impegnò nella lotta a favore dei braccianti, finendo anche in carcere, prima nella Confederterra, poi nella Cgil (come segretario regionale della Sicilia) e, infine, aderendo al Partito comunista italiano. Li, nel 1949, conobbe Giuseppina Zacco, dopo un anno la sposò e, da questa unione, nacque un figlio di nome Filippo.
Carriera [modifica]Nel 1960 entrò nel Comitato centrale del PCI e, nel 1962 fu eletto segretario regionale, succedendo a Emanuele Macaluso. Nel 1963 fu eletto per il PCI deputato all'Assemblea regionale siciliana e rieletto nel 1967, fino al 1971. Nel 1969 si trasferì a Roma per dirigere prima la direzione della Commissione agraria e poi di quella meridionale. Messosi in luce per le sue doti politiche, Enrico Berlinguer lo fece entrare nella Segreteria nazionale di Botteghe Oscure. Nel 1972 venne eletto deputato nel collegio Sicilia occidentale, e subito in Parlamento si occupò di agricoltura.[Propose una legge che introduceva il reato di associazione mafiosa (Legge Rognoni-La Torre) ed una norma che prevedeva la confisca dei beni ai mafiosi. Rieletto alla Camera nel 1976 e nel 1979, fu componente della Commissione Parlamentare antimafia fino alla conclusione dei suoi lavori nel 1976; nello stesso anno fu tra i redattori della relazione di minoranza della Commissione antimafia, che accusava duramente Giovanni Gioia, Vito Ciancimino, Salvo Lima ed altri uomini politici di avere rapporti con la mafia.
Nel 1981 decise di tornare in Sicilia per assumere la carica di segretario regionale del partito. Svolse la sua maggiore battaglia contro la costruzione della base missilistica NATO a Comiso che, secondo La Torre, rappresentava una minaccia per la pace nel Mar Mediterraneo e per la stessa Sicilia; per questo raccolse un milione di firme in calce ad una petizione al Governo. Ma le sue iniziative erano rivolte anche alla lotta contro la speculazione edilizia.
L'omicidio Alle 9:20 del 30 aprile 1982, con una Fiat 131 guidata da Rosario Di Salvo, Pio La Torre stava raggiungendo la sede del partito. Quando la macchina si trovò in una strada stretta, una moto di grossa cilindrata obbligò Di Salvo, che guidava, ad uno stop, immediatamente seguito da raffiche di proiettili. Da un'auto scesero altri killer a completare il duplice omicidio. Pio La Torre morì all'istante mentre Di Salvo ebbe il tempo per estrarre una pistola e sparare alcuni colpi, prima di soccombere.
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