Mino Pecorelli

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NATO IL 14-06-1928
MORTO IL 20-03-1979
Italia Carmine Pecorelli, meglio conosciuto come Mino Pecorelli è stato un giornalista, avvocato e scrittore italiano, che nell'ambito del giornalismo si occupò d'indagine politica e sociale. Fondatore dell'agenzia di stampa «OP-Osservatore Politico» («OP») che divenne poi anche una rivista, venne assassinato a Roma in circostanze ancora oggi non del tutto chiarite.
Pubblicato il 13/09/2018


Carmine Pecorelli, meglio conosciuto come Mino Pecorelli (Sessano del Molise, 14 giugno 1928 – Roma, 20 marzo 1979), è stato un giornalista, avvocato e scrittore italiano, che nell'ambito del giornalismo si occupò d'indagine politica e sociale.
Fondatore dell'agenzia di stampa «OP-Osservatore Politico» («OP») che divenne poi anche una rivista, venne assassinato a Roma in circostanze ancora oggi non del tutto chiarite.

Biografia
Le origini e la formazione
Nacque a Sessano del Molise. Nel 1944, appena sedicenne, si arruolò nel Secondo corpo polacco in quel periodo attivo nella zona. Dopo la fine della seconda guerra mondiale si diplomò a Roma; successivamente si trasferì a Palermo, dove si laureò in giurisprudenza all'università degli studi di Palermo.

Tra la fine degli anni cinquanta e i primi anni sessanta lavorò nella capitale come avvocato. Divenne esperto di diritto fallimentare e fu nominato capo ufficio stampa del ministro Fiorentino Sullo, iniziando così ad entrare nell'ambiente del giornalismo.

La carriera giornalistica e le inchieste
Nella primavera del 1967 Pecorelli cambiò mestiere, dedicandosi al giornalismo a tempo pieno. Lavorò al periodico Nuovo Mondo d'Oggi (prima mensile poi settimanale di “politica, attualità e cronaca”), una rivista caratterizzata dalla ricerca e pubblicazione di scoop negli ambienti di potere. Pecorelli divenne socio dell'editore Leone Cancrini. L'esperienza del settimanale fu, per lui, un trampolino di lancio. Strinse molte amicizie: alcune durarono poco, altre segnarono un passo importante nel suo curriculum. L'ultimo scoop, però, non fu mai pubblicato, perché intervenne l'Ufficio affari riservati del Ministero dell'Interno che trovò un accordo per far chiudere la rivista il 2 ottobre 1968.

Pecorelli decise così di proseguire da solo l'attività e fondò una propria agenzia di stampa. OP-Osservatore Politico fu registrato al Tribunale di Roma il 22 ottobre 1968 con sede in via Tacito 90. OP (come fu subito chiamato) trattava di politica, in particolare di scandali e retroscena, e comunque di chi - in qualche modo - avesse qualche potere in Italia, fornendo notizie in anteprima raccolte dallo stesso Pecorelli, grazie alle sue numerosissime aderenze in molti ambienti dello Stato, e accompagnate da accurate analisi elaborate dal giornalista. La testata (il cui nome coincideva con l'acronimo di "ordine pubblico"), divenne presto molto nota ed ebbe anche una certa centralità in ambiti politici, militari e di intelligence, costituendo una sorta di elitaria fonte di informazione specializzata: politici, dirigenti statali, militari, agenti segreti, e forse anche personalità criminali. Con la sua diffusione di nicchia, l'agenzia OP era ricevuta da una selezionata lista di abbonati, che comprendeva le alte sfere militari, politiche ed industriali italiane.[senza fonte]

Nel marzo del 1978 Pecorelli annunciò la decisione di trasformare l'agenzia in un periodico regolarmente in vendita nelle edicole. Pecorelli non disponeva del denaro necessario per una simile avventura editoriale. Infatti lo stesso giornalista chiese spesso a personaggi di spicco delle sovvenzioni pubblicitarie per la sua rivista. L'operazione stupì per il tempismo tra il primo numero del settimanale OP e la strage di via Fani a Roma, con cui iniziò il periodo dei 55 giorni del sequestro di Aldo Moro.


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