Salvatore Quasimodo

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NATO IL 20-08-1901
MORTO IL 14-06-1968
Italia Salvatore Quasimodo (Modica, 20 agosto 1901 – Napoli, 14 giugno 1968) è stato un poeta italiano, la cui poetica muove dall'ermetismo, vincitore del premio Nobel per la letteratura nel 1959.

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Amen per la domenica in Albis Non m'hai tradito, Signore: d'ogni dolore son fatto primo nato.
Giorgio
Salvatore Quasimodo (Modica, 20 agosto 1901 – Napoli, 14 giugno 1968) è stato un poeta italiano, la cui poetica muove dall'ermetismo, vincitore del premio Nobel per la letteratura nel 1959.

Biografia
I primi anni
Salvatore Quasimodo nacque a Modica, in provincia di Ragusa,il 20 agosto del 1901 da Gaetano Quasimodo e Clotilde Ragusa. In seguito all'inondazione di Modica del 25-26 settembre 1902, partì per Roccalumera dal nonno Vincenzo, il quale condusse al sicuro nella casa familiare roccalumerese,la madre Clotilde,il poeta e gli altri fratelli di poco più grandi. Il padre Gaetano dopo due mesi dalla nascita di Salvatore era stato trasferito in un'altra stazione. Salvatore già da bambino fu costretto a spostarsi frequentemente con la propria famiglia al seguito del padre nelle varie stazioni ferroviarie siciliane dove egli era inviato a prestare servizio. Il padre -ò in pensione nel 1907 e dopo una breve permanenza a Firenze,durante la quale perse la moglie,si ritirò definitivamente nella sua casa di Roccalumera,dove visse con due sorelle che non si erano sposate. Salvatore, seguendo il padre di stazione in stazione, frequentò le prime classi a Gela e poi negli altri luoghi. Subito dopo il terremoto di Messina del 1908 -ò a vivere lì, dove il padre era stato chiamato per riorganizzare la locale stazione. Si trasferì in seguito in un'abitazione sita in via Crocerossa, dove trascorse gli anni delle scuole tecniche, frequentate presso l’Istituto "Jaci" dove conseguì il diploma di geometra. Trascorreva le estati ed il tempo libero a Roccalumera.

Gli studi
A Messina frequentò l'istituto tecnico "Jaci" che dava la possibilità di accedere alle facoltà di Ingegneria e Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali, e nel 1919 conseguì il diploma. Durante la permanenza in questa città conobbe il noto giurista Salvatore Pugliatti e Giorgio La Pira, futuro sindaco di Firenze, con i quali strinse amicizia.

Nel 1917 fondò il "Nuovo giornale letterario", un mensile che ebbe breve vita e sul quale pubblicò le sue prime poesie. Nel 1919 si trasferì a Roma dove pensava di terminare gli studi di ingegneria ma, subentrate precarie condizioni economiche, dovette abbandonarli per impiegarsi come disegnatore tecnico presso un'impresa edile, e in seguito presso un grande magazzino a Bergamo, città dei Mille. Nel frattempo collaborò ad alcuni periodici e iniziò lo studio del greco e del latino con la guida di monsignor Rampolla del Tindaro dedicandosi ai classici, destinati anch'essi a divenire per lui fonte di ispirazione.

A Reggio Calabria
Nel 1930, assunto come "geometra straordinario" dal Ministero dei Lavori Pubblici, venne assegnato al Genio Civile di Reggio Calabria. Qui strinse amicizia con i fratelli Enzo Misefari e Bruno Misefari, entrambi esponenti (il primo comunista, il secondo anarchico) del movimento antifascista di Reggio Calabria, che lo invogliarono a ritornare a scrivere.
Così maturò e affinò il suo gusto per lo stile ermetico, cominciando a dare consistenza alla sua prima raccolta Acque e terre, che pubblicò quello stesso anno per le edizioni di Solaria. Nel periodo di Reggio Calabria nacque la nota lirica Vento a Tindari, dedicata alla storica località presso Patti.

A Imperia e a Genova
Nel 1931 venne trasferito presso il Genio Civile di Imperia e in seguito presso quello di Genova.
In questa città conobbe Camillo Sbarbaro e le personalità di spicco che gravitavano intorno alla rivista Circoli, con la quale il poeta iniziò una proficua collaborazione pubblicando, nel 1932, per le edizioni della stessa, la sua seconda raccolta Oboe sommerso nella quale sono raccolte tutte le poesie scritte tra il 1930 e il 1932 e dove comincia a delinearsi con maggior chiarezza la sua adesione all'ermetismo.

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