Giovanni Pesce (Visone, 22 febbraio 1918 – Milano, 27 luglio 2007) è stato un comandante partigiano e politico italiano, uno degli ultimi reduci delle Brigate Internazionali della Guerra civile spagnola, insignito della Medaglia d'oro al valor militare e consigliere comunale di Milano dal 1951 al 1964.
Biografia
Aveva solo sei anni, nel 1924, quando con la famiglia, dalla provincia di Alessandria, emigrò in Francia, nella regione mineraria delle Cévennes, ove il padre Riccardo, un operaio antifascista, fu costretto a recarsi per vivere, non trovando più lavoro in Italia. Sin da bimbo aiutava il padre nella piccola vineria che la famiglia aveva aperto a La Grand-Combe, e che era frequentata soprattutto da minatori che il piccolo
Jeanu ascoltava parlare della loro dura esistenza. Iniziò prestissimo a lavorare, d'estate, come guardiano di vacche sulle montagne nella vicina regione della Lozère, suo unico compagno un cane,
Medoc, che Pesce ricorderà con affettuosa tenerezza sino alla fine dei suoi giorni. Nel 1931 affrontò - non ancora quattordicenne - la dura vita del lavoro in miniera per contribuire al precario bilancio della famiglia.
Ben presto prese a frequentare la "Jeunesse communiste", l'organizzazione giovanile del PCF, il Partito Comunista Francese. Nel 1935 aderì al Partito Comunista d'Italia e, nel 1936, in febbraio, si recò in gita a Nîmes con gli amici e, più tardi, per festeggiare la vittoria elettorale del Fronte Popolare, a Parigi, ove visitò la sede del giornale del PCF, L'Humanité, che da giovane minatore comunista diffondeva ogni domenica alla Grand-Combe. Qui raccolse i volantini a favore del governo repubblicano spagnolo firmati ed illustrati da Joan Miró e ascoltò l'appello della
Pasionaria, Dolores Ibárruri, ad arruolarsi nelle Brigate Internazionali per prendere parte alla guerra civile di Spagna. Pesce, ingannata la madre Maria con il pretesto di recarsi al confine belga per incontrare una ragazza, si arruolò e si recò in Spagna insieme a numerosi altri giovani antifascisti d'origine italiana che aderirono alla Brigata Garibaldi ('gruppo' Picelli') alla parola d'ordine "
Oggi in Spagna, domani in Italia" dei fratelli Nello e Carlo Rosselli, assassinati il 9 giugno 1937 da sicari fascisti inviati dal governo Mussolini
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