Domenico Iaforte

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Flag of Italy (1861-1946) crowned.svg Domenico Iaforte Martire delle Fosse Ardeatine - Infinita Memoria ha realizzato questo Memorial per omaggiare un Uomo che attraverso il merito della sua opera, e con il suo sacrificio, si è distinto ricoprendo un ruolo importante nella vita sociale culturale del Paese. E stato quindi doveroso da parte nostra erigere un monumento alla memoria, la dove poter indirizzare i nostri Infiniti ringraziamenti.
Pubblicato il 25/04/2017


Postato il 25/04/2017

....la memoria di quella strage deve essere tenuta viva affinché la morte di 335 innocenti non sia mai dimenticata e serva da monito per tutte le future generazioni. Dalla città di Sora oggi si innalza una voce di pace, in difesa della democrazia, della libertà nella speranza che mai più si debbano piangere vittime dell’efferatezza e della follia umana”
Carlo Moccia
Domenico Iaforte nato a Sora il 15 novembre del 1893 da Francesco Antonio e Di Pede Restituta, in vicolo Nola (nei pressi di via Cittadella) in uno di quei palazzi abbattuti per far posto all’Orto Baronio.

Aveva un fratello più grande di lui, impiegato a Roma in un Ministero. I compagni di scuola lo ricordano come un bambino dall’aspetto gracile (solo l’aspetto) e dai grandissimi occhi neri, che la madre veniva a prendere e accompagnare a scuola. Il padre era calzolaio e la madre aiutava andando a servizio. Menecuccio iniziò lo stesso mestiere del padre, ma intorno al 1912 volle andare a Roma per imparare i segreti dei grandi artigiani.

Da Roma partì per la grande guerra da cui tornò ferito ad un piede e riprese la sua attività in cui era diventato un vero artista. Durante la seconda guerra mondiale, pur seguitando il suo lavoro preferito, lo troviamo portiere in uno stabile di via della Stelletta e questo forse lo ha coinvolto in avvenimenti più grandi di lui in quanto veniva considerato responsabile di ciò che avveniva o forse si tramava nel palazzo. Nelle schede dell’ANFIM è detto quanto segue: partito politico clandestino: Comunista.. è stato arrestato il 15 marzo in casa sua in via Stelletta 20. Era il portiere dello stabile.

Fu preso il 15 marzo alle ore 21.30.. io nipote Iaforte Cesare spesi lire 5.000 per farlo uscire ma non ottenni niente. Portato a via Tasso e di qui alla Cava Ardeatina fu trucidato fra i tanti durante la rappresaglia che seguì l’uccisione dei 33 soldati in via Rasella.  A Roma tutti gli abitanti del quartiere che lo hanno conosciuto sono concordi nel considerarlo una persona buona, gentile, che si interessava dei fatti propri e non faceva politica.
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Le fotografie sono la nostra Memoria nel tempo, suddividono la vita in una serie di attimi, ognuno dei quali ha il valore di un'intera esistenza.