Raffaele Milano

+ Condividi
Flag of Italy (1861-1946) crowned.svg Raffaele Milano Martire delle Fosse Ardeatine - Infinita Memoria ha realizzato questo Memorial per omaggiare un Uomo che attraverso il merito della sua opera, e con il suo sacrificio, si è distinto ricoprendo un ruolo importante nella vita sociale culturale del Paese. E stato quindi doveroso da parte nostra erigere un monumento alla memoria, la dove poter indirizzare i nostri Infiniti ringraziamenti.
Pubblicato il 25/04/2017


Postato il 25/04/2017

....la memoria di quella strage deve essere tenuta viva affinché la morte di 335 innocenti non sia mai dimenticata e serva da monito per tutte le future generazioni. Dalla città di Sora oggi si innalza una voce di pace, in difesa della democrazia, della libertà nella speranza che mai più si debbano piangere vittime dell’efferatezza e della follia umana”
Infinita Memoria
Raffaele Milano, nato a Sora il 16 gennaio 1896, secondo di sei figli, di cui una morta in tenera età, di una agiata famiglia ebrea che aveva un grande negozio di stoffe in piazza Santa Restituta.
Il padre Giuseppe, ufficiale di complemento, morì nel 1905, a 36 anni, di polmonite. Il terremoto del 1915 decimò la famiglia: infatti si salvarono Bice, Settimio e Raffaele che si trovavano a Roma; gli altri perirono sotto le macerie: la madre, Giudutta Scazzocchio; due figli: Oscar ed Egle, e la donna di servizio.
La casa ed il negozio infatti furono abbattuti, oltre che dal sisma, dalle macerie di un edificio più alto che sorgeva affianco e che vi rovinò sopra. I superstiti si trasferirono a Roma. Settimio e Raffaele parteciparono alla guerra del ’15 e Raffaele, col grado di caporale, combatté nella zona carsica riportando due ferite e la croce di guerra. Sposò Margherita Bondi ed ebbe due figli: Ennio morto di tifo nell’infanzia, e Silvana. Durante la seconda guerra mondiale, quando anche in Italia vi furono persecuzioni anti-ebraiche, i Milano, come tutti gli ebrei, specie romani durante l’occupazione nazista dovettero nascondersi. La sorella Bice, vivente, e la figlia si rifugiarono presso certe suore, mentre il figlio Claudio Amati, si trovava a Primavalle dai preti Buoni Fanciulli.

Raffaele con la moglie e la figlia era nascosto, col nome di Piccone. In una pensione di via Palestro, faceva il viaggiatore di commercio. Il 25 febbraio del ’44 alle 14 fu arrestato dai tedeschi e da italiani: lo aveva tradito (per 5.000 lire) una vecchia cliente, Luciana Ferrani da Giulianova, che si macchiò del sangue di altri ebrei che tradì e consegnò ai tedeschi, specie nella zona della stazione. Furono presi, Raffaele, la moglie e la figlia, spogliati di ogni oggetto di valore e di circa 40.000 lire.

Furono imprigionati nel braccio tedesco di Regina Coeli. il 24 marzo Raffaele, insieme ad un’altra sessantina di ebrei, imprigionati per la sola colpa di non appartenere alla razza ariana, furono portati alle Cave Ardeatine e trucidati. Due giorni dopo, la moglie e la figlia insieme, fra i tanti, ad altri loro parenti, furono trasportate con i soliti carri da bestiame ad Auschwitz. La madre fu cremata e la figlia, dopo averla vista morire, morì a sua volta di tifo. 
Entra nella tua area riservata per pubblicare video e foto.

Le fotografie sono la nostra Memoria nel tempo, suddividono la vita in una serie di attimi, ognuno dei quali ha il valore di un'intera esistenza.