Monica Vitti

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NATA IL 03-11-1931
MORTA IL 02-02-2022
Italia Monica Vitti, è stata un'attrice italiana. La sua caratteristica voce roca e l'innata verve l'hanno accompagnata per quasi quarant'anni di carriera cinematografica, dalle sue interpretazioni drammatiche ..... che la fecero considerare l'unica "mattatrice" della commedia all'italiana, tenendo ottimamente testa ai colleghi uomini Alberto Sordi, Ugo Tognazzi, Vittorio Gassman, Nino Manfredi e Marcello Mastroianni.

Grande Ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana - nastrino per uniforme ordinaria  Grande Ufficiale dell' (O.M.R.I)
   

Pubblicato il 02/02/2022


Postato il 19/04/2022

Roberto Russo, il suo compagno di tutti questi anni, mi chiede di comunicare che Monica Vitti non c’è più. Lo faccio con dolore, affetto, rimpianto. (Walter Veltroni)
infinitamemoria
Monica Vitti, pseudonimo di Maria Luisa Ceciarelli (Roma, 3 novembre 1931 – Roma, 2 febbraio 2022[1]), è stata un'attrice italiana.

La sua caratteristica voce roca e l'innata verve l'hanno accompagnata per quasi quarant'anni di carriera cinematografica, dalle sue interpretazioni drammatiche nella "tetralogia dell'incomunicabilità" di Michelangelo Antonioni (L'avventura, La notte, L'eclisse e Deserto rosso)[2] che le diedero fama internazionale, a quelle in ruoli brillanti (da La ragazza con la pistola a Io so che tu sai che io so) che la fecero considerare l'unica "mattatrice" della commedia all'italiana, tenendo ottimamente testa ai colleghi uomini Alberto Sordi, Ugo Tognazzi, Vittorio Gassman, Nino Manfredi e Marcello Mastroianni[3].

Ha ottenuto numerosi premi, tra cui cinque David di Donatello come migliore attrice protagonista (più altri quattro riconoscimenti speciali), tre Nastri d'argento, dodici Globi d'oro (di cui due alla carriera), un Ciak d'oro alla carriera, un Leone d'oro alla carriera a Venezia, un Orso d'argento alla Berlinale, una Concha de Plata a San Sebastián e una candidatura al premio BAFTA.

Biografia
Nata a Roma da padre romano, Angelo Ceciarelli, e da madre bolognese, Adele Vittiglia[4], da bambina ha vissuto a Messina per circa otto anni a causa del lavoro del padre, un Ispettore del Commercio Estero[4]. In quel periodo fu soprannominata scherzosamente dai familiari "setti vistìni", per via della sua freddolosità che la portava a indossare i vestiti l'uno sull'altro. Sette sottane, traduzione del nomignolo infantile, diventò poi il titolo del suo primo libro autobiografico, edito nel 1993, seguito da Il letto è una rosa (1995).

Scoprì la passione per il teatro durante la guerra, mentre - racconta lei stessa - giocava con i burattini dilettando i fratelli, distraendoli così da un periodo molto buio.

L'Accademia e il cambio del nome
Nel 1953 si diplomò all'Accademia nazionale d'arte drammatica, allora diretta dal suo maestro Silvio D'Amico e intraprese quella che sarà una breve ma formativa attività teatrale, in cui diede prova della sua versatilità recitando in Shakespeare e Molière. Particolarmente significativa fu la sua esperienza accanto a Sergio Tofano - suo insegnante in Accademia - negli allestimenti delle commedie sul personaggio di Bonaventura, firmate dallo stesso Tofano con lo pseudonimo "Sto"; qui offrirà le sue prime prove di versatilità nella comicità, che contraddistinguerà gran parte della sua carriera.

Su consiglio di Tofano, in quegli anni fu invitata ad adottare un nuovo nome e cognome, più artistico. Allora si mise a tavolino, e scelse metà del cognome di sua madre, Vittiglia, alla quale fu molto legata e che perse in giovane età[5]. Al cognome associò il nome "Monica", che aveva appena letto in un libro e le suonava meglio[6]. Nel 1955 esordì come Mariana ne L'avaro di Molière con la regia di Alessandro Fersen al Teatro Olimpico di Vicenza[7], e l'anno seguente, sempre sulla scena palladiana, sostenne il ruolo di Ofelia in Amleto di Riccardo Bacchelli. Nel 1956 fu anche protagonista di Bella di Cesare Meano al Teatro del Convegno di Milano con la regia di Enzo Ferrieri. A Roma si esibì in una serie di atti unici comici al Teatro Arlecchino (ora Teatro Flaiano).


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