Ettore Petrolini

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NATO IL 13-01-1884
MORTO IL 29-06-1936
Italia Ettore Petrolini è stato un attore, drammaturgo, scrittore e sceneggiatore italiano, specializzato nel genere comico. È considerato uno dei massimi esponenti di quelle forme di spettacolo a lungo considerate teatro minore, termine con il quale si identificavano il teatro di varietà, la rivista e l'avanspettacolo.
Pubblicato il 01/09/2012


Postato il 14/05/2023

Eccelso nei secoli.
Diego
Postato il 29/06/2016

“Sappiate che nulla di ciò che ha radice nel cuore è perduto o verrà dimenticato”.
Infinita Memoria
Postato il 29/06/2015

“L'uomo è un pacco postale che la levatrice spedisce al becchino.” Petrolini possedeva un ironia superlativa uomo di grande carisma e teatralità, un mito....
Carlo Mariotto
Postato il 29/06/2015

“Mia madre aveva il senso dell'economia sviluppato fino alla genialità: figuratevi io mi chiamo Gastone. Ebbene lei mi chiamava Tone... per risparmiare il gas...” (Ettore Petrolini)
Gigliola M.
Postato il 29/07/2013

« Imitare non è arte perché se così fosse ci sarebbe arte anche nella scimmia e nel pappagallo. L'arte sta nel deformare. » (Al mio pubblico, scritti postumi, 1937)
Dario

Ettore Petrolini (Roma, 13 gennaio 1884 – Roma, 29 giugno 1936) è stato un attore, drammaturgo, scrittore e sceneggiatore italiano, specializzato nel genere comico. È considerato uno dei massimi esponenti di quelle forme di spettacolo a lungo considerate teatro minore, termine con il quale si identificavano il teatro di varietà, la rivista e l'avanspettacolo. Viene ricordato nello spettacolo l'atteggiamento sbeffeggiante verso la dittatura che portò il grande attore, in occasione della medaglia che Mussolini gli volle conferire, a pronunciare l'immortale ringraziamento:"E io me ne fregio!". Ettore Petrolini è ricordato per aver creato il dadaista Fortunello. Nel 1923 fu iniziato alla massoneria in una Loggia all'Obbedienza di Piazza del Gesù.. La sua importanza nel panorama del teatro italiano è oggi pienamente riconosciuta. Riassumendo in sé l'attore e l'autore, Petrolini ha inventato un repertorio e una maniera che hanno profondamente influenzato il teatro comico italiano del Novecento.

Gli esordi
Romano, figlio di un fabbro ferraio di Ronciglione e nipote di un falegname di via Giulia (in un quartiere del centro di Roma al tempo molto popolare) e quindi "popolano del miglior lignaggio", Petrolini frequentò fin da ragazzo i teatrini romani, improvvisandosi attore per divertimento. L'ambiente dei baracconi di Piazza Pepe, dove Petrolini fece le sue prime esperienze artistiche, è quello descritto più tardi nella sua commedia Il padiglione delle meraviglie (1924): personaggi curiosi e pittoreschi, imbonitori, finti selvaggi e fenomeni di ogni genere.
Dopo aver fatto, a tredici anni, la dura esperienza del riformatorio — che ricorda con toni accorati nelle sue memorie — a quindici anni decise di lasciare la casa paterna per dedicarsi alla carriera teatrale. Il più antico riscontro documentario, a tutt'oggi verificabile, che attesti il momento dell'esordio artistico di Petrolini risale all'anno 1900 e conduce nel rione di Trastevere, nel teatro Pietro Cossa. In seguito, si esibì in un teatrino di provincia, a Campagnano, nell'ambito della Compagnia dell'impresario Angelo Tabanelli, come l'attore racconta in Modestia a parte:

Dopo quest'esibizione non proprio trionfale, il giovane Ettore - che usava il nome d'arte di Ettore Loris - continuò la sua gavetta nei teatri popolari, ma anche in alcuni caffè-concerto di buon livello, come il Gambrinus e il Morteo di Roma.
Petrolini stesso, molti anni dopo, descrisse l'ambiente in cui aveva mosso i primi passi:

  « Io provengo, e lo dico con orgoglio, da una piazza di pubblici spettacoli: Piazza Guglielmo Pepe, e da lì nei piccoli caffè-concerto, dove in fondo a quei bottegoni c'era sempre un palcoscenico arrangiato alla meglio: poche tavole, molti chiodi, e quattro quinte, fondale di carta, con quasi sempre dipinto il Vesuvio (in eruzione, naturalmente), ed ecco l'elenco artistico: prima esce lei, poi esce lui, poi escono tutti e due insieme, ricomincia lei... e così via di seguito fino a mezzanotte: il tutto intercalato da uno sminfarolo al pianoforte. »
 
(Un po' per celia, un po' per non morire..., 1936)

Anche nel libro Bravo!Grazie!! Petrolini si soffermò sugli anni della gavetta artistica:

  « Fu una vita selvaggia, allegra e guitta, e un'educazione a tutti i trucchi e tutti i funambolismi davanti al pubblico, che magnava le fusaje (i lupini) e poi tirava le cocce (le bucce) sur parcoscenico al lume de certe lampene (lampade) ch' er fumo spargeva da pertutto un odore da bottega de friggitore »
   

Nell'introduzione allo stesso libro Bravo!Grazie!! , descrisse le difficoltà che riscontrò nel rapporto con il pubblico a causa anche di una congiuntura storico-politico-culturale particolare:

  « Nel periodo della musoneria italiana in cui un buon attore non era considerato tale se non si prestava alle parti lacrimose, io passai come un buffone distinto. Mi venivano a sentire per esclamare Quant'è scemo! »
   

Nel 1903, appena diciannovenne, Petrolini incontrò Ines Colapietro, che sarà per molti anni sua compagna di lavoro e di vita, nonché madre dei suoi figli. Ines, che aveva allora solo quindici anni, era stata ingaggiata come cantante dal Gambrinus di Roma, insieme alla sorella Tina. Ettore ed Ines formarono la coppia comica Loris-Petrolini, che si scioglierà, in modo piuttosto traumatico, alla fine dell'estate del 1911.

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