Azeglio Vicini

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NATO IL 20-03-1933
MORTO IL 30-01-2018
Italia Football pictogram.svg Azeglio Vicini è stato un calciatore e allenatore di calcio italiano - Infinita memoria ha realizzato questo Memorial, per omaggiare un Uomo che attraverso il merito della sua opera si è distinto, ricoprendo un ruolo importante nella vita sociale culturale del Paese. E’stato quindi doveroso da parte nostra, erigere un monumento alla memoria, la dove poter indirizzare i nostri Infiniti ringraziamenti.

Grande Ufficiale Ordine al Merito della Repubblica Italiana - nastrino per uniforme ordinaria  Grande Ufficiale (O.M.R.I)


Pubblicato il 31/01/2018


Postato il 31/01/2018

Mi aggiungo per il cordoglio al grande CT . La sua nazionale giocò il calcio più bello e non ebbe dalla sua la fortuna . Un grande abbraccio R.I.P .
Mario Morroni
Postato il 31/01/2018

Ho un affettuosissimo ricordo di Azeglio Vicini e della sua nazionale, ero poco più che un bambino nel '90 e l'emozione di quel mondiale sarà sempre un ricordo meraviglioso. Era un'Italia molto diversa, più ricca, più generosa, più umile. Vicini rappresentava una generazione di italiani che hanno ricostruito il paese dopo la guerra sempre col sorriso sulle labbra. Grazie per averci fatto sognare.
Antonio De M.
Azeglio Vicini (Cesena, 20 marzo 1933 – Brescia, 30 gennaio 2018) è stato un calciatore e allenatore di calcio italiano.

Carriera 
Giocatore

Nei primi anni di carriera si mette in luce da calciatore contribuendo alla promozione in massima serie del L.R. Vicenza, club con cui fa il suo esordio in Serie A il 25 settembre 1955 nella gara interna con l'Internazionale (0-2). Passa alla Sampdoria e con i blucerchiati disputa sette campionati consecutivi nella massima serie, prima di scendere in Serie B con la maglia del Brescia.

Con le rondinelle esordisce il 15 settembre 1963 a Varese in Varese-Brescia (4-0), sfiorando la promozione, che ottiene l'anno successivo contribuendo a riportare il Brescia in Serie A dopo 17 anni di cadetteria. A Brescia chiude la carriera di calciatore e nel 1967-68 inizia quella di allenatore che gli darà grandi soddisfazioni.

Allenatore
La sua prima esperienza è sulla panchina del Brescia, nel campionato 1967-68, e si concluderà con la retrocessione delle rondinelle in serie B. Già nel 1968 entra a far parte del settore tecnico della nazionale, a soli trentacinque anni. Il primo incarico di una certa rilevanza è però la guida della nazionale Under-23, affidatagli nella stagione 1975-76 con cui disputa il campionato europeo di categoria.

Dall'anno successivo gli è affidata l'Under-21 (dopo che la UEFA ha riservato il campionato europeo giovanile a tali nazionali), incarico che porterà avanti per ben dieci anni. Ai campionati europei Under-21 ottiene tre volte la qualificazione ai quarti di finale (1978, 1980 e 1982), arrivando alla semifinale nel 1984 e nell'edizione del 1986 si piazzò al secondo posto perdendo ai rigori la finale contro la Spagna.

Dopo i mondiali del 1986 prende il posto di Enzo Bearzot alla guida della nazionale maggiore, esordendo sulla panchina azzurra l'8 ottobre 1986 a Bologna contro la Grecia, due giorni prima della sconfitta della "sua" Under 21 (poi guidata da Cesare Maldini, Marco Tardelli e Claudio Gentile) nella finale europea.

Alla guida della nazionale ha lanciato fin dalla sua prima partita giocatori destinati a diventarne cardini della sua gestione, come Walter Zenga e Roberto Donadoni. Conduce gli azzurri agli europei del 1988 in Germania, giungendo fino alla semifinale dove sotto una pioggia battente a Stoccarda arriva la sconfitta per 2-0 contro l'Unione Sovietica. Rimane alla guida degli azzurri anche per il biennio successivo, con il compito di guidare la nazionale ai mondiali di Italia '90. Sconfitti in semifinale dall'Argentina ai tiri di rigore, gli azzurri giungono terzi, battendo l'Inghilterra nella finalina di Bari (2-1 il risultato).


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