Stefano Rodotà (Cosenza, 30 maggio 1933 – Roma, 23 giugno 2017[1]) è stato un giurista, politico e accademico italiano.
Biografia
Nato nel 1933 a Cosenza da una famiglia originaria di San Benedetto Ullano, comune della minoranza arbëreshë di Calabria, discende da una famiglia che ha annoverato, fra il XVII e il XVIII secolo, intellettuali e religiosi.
Ha frequentato il liceo classico Bernardino Telesio nella città natale e successivamente l'università La Sapienza a Roma, presso la quale si è laureato nel 1955 in giurisprudenza, con una tesi assegnata da Emilio Betti. Dopo la laurea entrò a far parte della squadra di assistenti di Rosario Nicolò, che fu il suo maestro. Nel 1975-76 ha ricevuto una borsa di studio Fulbright presso la Università di Stanford.
Era fratello dell'ingegnere Antonio Rodotà ed il padre della giornalista Maria Laura Rodotà, editorialista del Corriere della Sera.
Nel 2008 gli è stata conferita la cittadinanza onoraria dalla città di Rossano.
È morto il 23 giugno 2017 all'età di 84 anni.
Carriera politica
Partito Radicale, Partito Comunista Italiano e Partito Democratico della Sinistra
Dopo essere stato iscritto al Partito Radicale di Mario Pannunzio, rifiuta nel 1976 e nel 1979 la candidatura nel Partito Radicale di Marco Pannella. È eletto deputato nel 1979 come indipendente nelle liste del Partito Comunista Italiano, diventando membro della Commissione Affari Costituzionali. Nel 1983 viene rieletto e diventa presidente del gruppo parlamentare della Sinistra Indipendente.
Deputato per la terza volta nel 1987, viene confermato nella commissione Affari Costituzionali e fa parte della prima Commissione bicamerale per le riforme istituzionali. Nel 1989 è nominato Ministro della Giustizia nel governo ombra creato dal PCI di Achille Occhetto e successivamente, dopo il XX Congresso del partito comunista e la svolta della Bolognina, aderisce al Partito Democratico della Sinistra, del quale sarà il primo presidente del Consiglio nazionale, carica che ricoprirà fino al 1992.
Nell'aprile del 1992 torna alla Camera dei deputati tra le file del PDS, viene eletto vicepresidente e fa parte della nuova Commissione Bicamerale.
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