Giacomo Manzù, nome d'arte di Giacomo Manzoni (Bergamo, 22 dicembre 1908 – Roma, 17 gennaio 1991), è stato uno scultore italiano.
Biografia
Dodicesimo figlio del calzolaio e sagrestano Angelo Manzoni e della moglie Maria Pesenti, impara presto a lavorare ed intagliare il legno. S'avvicina all'arte durante il servizio militare, svolto a Verona (1927/'28), dove studia le porte di San Zeno e i calchi dell'Accademia di Belle Arti "Giambettino Cignaroli".
Nel 1929, dopo un breve soggiorno a Parigi, Manzù va a vivere a Milano, dove l'architetto Giovanni Muzio gli commissiona la decorazione della cappella dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, che verrà eseguita tra il 1931 ed il 1932. Sempre nel '32 partecipa ad una mostra collettiva presso la Galleria il Milione.
Nel 1933, espone alla Triennale di Milano una serie di busti che gli valgono apprezzamenti e l'anno successivo tiene la sua prima mostra importante col pittore Aligi Sassu, con cui condivide lo studio, alla galleria "Cometa" di Roma.
Nel 1934 sposa Antonia Orena.
Nel 1938 inizia la serie dei Cardinali, tema iconografico di tutta la sua carriera. Il primo Cardinale seduto, di 65 cm di altezza, verrà esposto alla Quadriennale di Roma del 1939 insieme al David, e successivamente acquistato dalla Galleria d’Arte Moderna di Roma.
Produrrà più di 300 versioni di questo tema[2], differenti per dimensioni, posizione e materiali, fra queste il Cardinale seduto resta la figura più replicata e famosa della serie.
Nel 1939 inizia a produrre una serie di bassorilievi in bronzo (stiacciato fiorentino), le Deposizioni e le Crocifissioni per la serie Cristo nella nostra umanità, in cui il tema sacro della morte di Gesù Cristo viene usato per simboleggiare prima la brutalità del regime fascista e poi gli orrori della guerra. L'esposizione delle opere, tenutasi a Milano nel 1942, verrà severamente criticata dalle autorità politiche ed ecclesiastiche.
Nel frattempo, nel 1940, Manzù ottiene la cattedra di scultura dell'Accademia di Belle Arti di Brera che lascerà per dissensi con le autorità accademiche sul programma di studi per spostarsi a insegnare scultura dell'Accademia Albertina di Torino. Lascerà quindi la città con l'imperversare della guerra rifugiandosi a Clusone. Il suo nudo Francesca Blanc vince il premio della Quadriennale di Roma del 1943.
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