Antonio Riboldi

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NATO IL 16-01-1923
MORTO IL 10-12-2017
Cattolicesimo  Italia Antonio Riboldi (Tregasio, 16 gennaio 1923 – Stresa, 10 dicembre 2017) è stato un vescovo cattolico italiano, noto per il suo impegno a favore della legalità e giustizia, sperimentato negli anni del suo ministero pastorale vissuto prima come parroco e poi come vescovo.
Pubblicato il 10/12/2017


Postato il 10/12/2017

Il sindaco di Acerra: "Le sue idee sono patrimonio della città". Laura Boldrini: "Si è speso per la giustizia e la solidarietà sociale". Bassolino: "Un grande vescovo". Saviano: "Prete complesso". Don Ciotti: "Capace di abitare le periferie"
Napoli
Postato il 10/12/2017

"E' stato il primo in terra di camorra a dichiarare che l'attività pastorale non poteva essere scissa dall'attività di mafia". Lo ha detto Roberto Saviano ricordando Don Riboldi, il vescovo di Acerra, morto oggi, che ha combattuto contro la camorra. "(Roberto Saviano)
Napoli
Antonio Riboldi (Tregasio, 16 gennaio 1923 – Stresa, 10 dicembre 2017) è stato un vescovo cattolico italiano, noto per il suo impegno a favore della legalità e giustizia, sperimentato negli anni del suo ministero pastorale vissuto prima come parroco e poi come vescovo.

Biografia
Proveniente da una famiglia di modeste condizioni economiche, è entrato a far parte dell'Istituto della carità (meglio conosciuti come Rosminiani).

Durante il periodo del noviziato, nella primavera 1944 fu sfollato alla Sacra di San Michele a Sant'Ambrogio di Torino, dove il 21 maggio fu coinvolto in una rappresaglia dei soldati tedeschi che misero al muro lui e gli altri Novizi e Padri Rosminiani per due ore minacciandoli di fucilazione. Dopo un colloquio dell'ufficiale tedesco con Padre Andrea Alotto storico Rettore della Sacra il gruppo di religiosi venne liberato.

Venne ordinato sacerdote il 29 giugno 1951. Inviato nel 1958 in una parrocchia della Valle del Belice, si trovò nel 1968 a fronteggiare lo stato d'emergenza causato dal terremoto che sconvolse la terra trapanese, fronteggiando assieme ai suoi parrocchiani le prepotenze della mafia, organizzando la loro lotta per ottenere una casa e abitando per anni, come loro, in una baracca di legno.

In quegli anni partecipò a cortei e manifestazioni davanti al Parlamento in difesa delle richieste dei suoi concittadini e collaborò con diverse persone legate alla vita politica e istituzionale del paese, fra questi il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa e l'onorevole Piersanti Mattarella.

Ricevette l'ordinazione episcopale l'11 marzo 1978 dall'arcivescovo di Palermo cardinal Salvatore Pappalardo, coconsacranti il [[Vescovo|vescovo] ] di Mazara del Vallo Costantino Trapani, O.F.M., e il vescovo ausiliare di Roma Clemente Riva, I.C.

Il 25 gennaio 1978 il papa Paolo VI lo aveva nominato vescovo della diocesi di Acerra, anch'essa terra di complicazioni sociali. Qui concentrò il suo impegno contro la camorra: attraverso dure prediche ed esortazioni fatte in chiesa e con la sua azione di persuasione tra i suoi parrocchiani, contribuì a rompere il muro di omertà, suscitando pentimenti e collaborazioni con la giustizia. Lo stesso boss Raffaele Cutolo volle incontrarlo durante la sua detenzione per potersi confessare.


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