Giuseppe Zamberletti

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Italia Giuseppe Zamberletti è stato un politico italiano, considerato il padre fondatore della moderna protezione civile italiana. A Zamberletti si devono infatti la nascita del Dipartimento della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio, l'introduzione del concetto di previsione e prevenzione distinto dalle attività di soccorso,

Cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana - nastrino per uniforme ordinaria  Cavaliere di gran croce (O.M.R.I) 
   

Pubblicato il 29/01/2019


Postato il 30/01/2019

"La scomparsa di Giuseppe Zamberletti mi addolora profondamente - dice il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella - Il tratto cordiale, qualità riconosciuta della personalità di Zamberletti, ha rafforzato la sua capacità di dialogo e la naturale disposizione al servizio delle istituzioni e della comunità. Chiamato spesso in campo come l'uomo delle situazioni difficili, autonomie territoriali e le formazioni intermedie nell'opera del bene comune". "La Repubblica gli è grata per ciò che ha saputo dare alla comunità", conclude Mattarella.
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Giuseppe Zamberletti (Varese, 17 dicembre 1933 – Varese, 26 gennaio 2019) è stato un politico italiano, considerato il padre fondatore della moderna protezione civile italiana.

A Zamberletti si devono infatti la nascita del Dipartimento della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio, l'introduzione del concetto di previsione e prevenzione distinto dalle attività di soccorso, l'organizzazione del servizio nazionale in tutte le sue componenti, la valorizzazione degli enti locali e del volontariato ed anche l'avvio della riforma del settore che culminerà con l'approvazione della legge 24 febbraio 1992, n. 225

Biografia
È stato parlamentare per diverse legislature: il 19 maggio 1968 viene eletto, per la prima volta, alla Camera dei deputati nella Circoscrizione Como - Sondrio - Varese per la Democrazia Cristiana ed entra a far parte dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa. Rieletto deputato il 7 maggio 1972, entra a far parte del Governo come Sottosegretario all'Interno nel IV e V Governo Moro e nel III Governo Andreotti, con delega per la Pubblica sicurezza e per il Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco e Protezione civile. Nel I e II Governo Cossiga ricopre l'incarico di Sottosegretario agli Affari esteri.

Zamberletti si trovò a gestire emergenze derivanti dai terremoti in Friuli nel 1976 e in Irpinia nel 1980 quale Commissario del Governo incaricato del coordinamento dei soccorsi, che furono opinatamente e poco incisivamente gestiti nel secondo evento, nonostante l'ingenza di fondi[2]. Zamberletti rimase persino coinvolto nell'inchiesta Mani sul terremoto, avviata nel 1990 dalla Commissione parlamentare d'inchiesta riguardo alle irregolarità e le speculazioni nell'uso del denaro pubblico durante il processo di ricostruzione in Irpinia.[3] Una volta nominato Ministro per il coordinamento della protezione civile (1982), cercò di incidere profondamente sul sistema di coordinamento delle strutture operative e delle risorse possedute dallo Stato.

Nell'estate del 1979 si occupò, su delega del primo ministro Giulio Andreotti, dell'operazione di salvataggio dei Boat people, profughi vietnamiti in fuga dal Vietnam occupato dal regime del Vietnam del Nord. L'operazione coinvolse le tre navi della Marina Militare Italiana: l'incrociatore Andrea Doria, l'incrociatore Vittorio Veneto e la nave d'appoggio Vesuvio. La spedizione, unica nel suo genere poiché si svolse senza scalo, si concluse con il salvataggio di circa 2000 persone tra uomini, donne, vecchi e bambini, che verranno poi accolti nel territorio italiano grazie all'appoggio di gruppi di volontariato come la Croce Rossa e la Caritas italiana.


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