Giuseppe Mazzini (Genova, 22 giugno 1805 – Pisa, 10 marzo 1872) è stato un patriota, politico, filosofo e giornalista italiano nato nella Repubblica Ligure, annessa da pochi giorni al Primo Impero Francese. Le sue idee e la sua azione politica contribuirono in maniera decisiva alla nascita dello Stato unitario italiano; le condanne subite in diversi tribunali d'Italia lo costrinsero però alla latitanza fino alla morte. Le teorie mazziniane furono di grande importanza nella definizione dei moderni movimenti europei per l'affermazione della democrazia attraverso la forma repubblicana dello Stato.
Biografia
Famiglia e giovinezza
Nato da Giacomo (medico e professore di anatomia, originario di Chiavari e personaggio attivo nella politica ai tempi della Repubblica Ligure e in epoca napoleonica, nato nel 1767 e morto nel 1848) e da Maria Drago (1774-1852) di Pegli (fervente giansenista, a cui Mazzini fu molto legato), veniva chiamato "Pippo" dai genitori e dalle tre sorelle.
A 18 anni si iscrisse all'Università degli Studi di Genova in medicina, come voleva suo padre, ma – stando a un racconto della madre – vi rinunciò dopo essere svenuto al primo esperimento di necroscopia. Si iscrisse allora a legge, dove si segnalò per la sua ribellione ai regolamenti di stampo religioso che imponevano di andare a messa e di confessarsi; a 15 anni fu arrestato perché, proprio in chiesa, si rifiutò di lasciare il posto ai cadetti del Collegio Reale.
Lo appassionava la letteratura: si innamorò di Goethe, Shakespeare e Foscolo, restando così colpito dallo Jacopo Ortis da volersi vestire sempre di nero, in segno di lutto per la patria oppressa. La passione per la letteratura, insieme a quella per la musica (era un abile suonatore di chitarra), la ebbe per tutta la vita: oltre agli autori citati, lesse Dante, Schiller, Alfieri, i grandi poeti romantici come Lord Byron, Percy Shelley, Keats, Wordsworth, Coleridge e i narratori come Alexandre Dumas padre e le sorelle Brontë.
Nel 1821 ebbe il suo trauma rivelatore: a Genova passarono i Federati piemontesi ireduci dal loro tentativo di rivolta e così, nel giovane Mazzini, si affacciò per la prima volta il pensiero «che si poteva, e quindi si doveva, lottare per la libertà della Patria»
Iniziò ad esercitare la professione nello studio di un avvocato, ma l'attività che lo impegnava maggiormente era quella di giornalista presso l'Indicatore genovese, sul quale Mazzini iniziò a pubblicare recensioni di libri patriottici; la censura lasciò fare per un po' ma poi soppresse il giornale.
Nel 1826 scrisse il primo saggio letterario, Dell'amor patrio di Dante, pubblicato poi nel 1837. Il 6 aprile del 1827 ottenne la laurea in diritto civile e in diritto canonico ( utroque iure). Nello stesso anno divenne membro della carboneria, della quale divenne segretario in Valtellina.
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