Agostino "Tino" Buazzelli (Frascati, 13 luglio 1922 – Roma, 20 ottobre 1980) è stato un attore italiano di teatro, cinema e televisione, e pittore.
Biografia
Dopo aver conseguito il diploma dell'Istituto Magistrale, studiò all'Accademia d'arte drammatica[1], diretta da Silvio D'Amico, dove conseguì il diploma nel 1946, e iniziò la carriera di attore teatrale nel 1947 con la compagnia Maltagliati-Gassman, ottenendo subito ottimi giudizi critici nelle sue interpretazioni di lavori teatrali quali Don Giovanni di Molière, Erano tutti miei figli di Arthur Miller, Casa Monastier di Dennis Aniell e L'aquila a due teste di Jean Cocteau, prima di diventare capocomico.
Era sposato con la soubrette del teatro di rivista milanese Ermellina Banfi
Dotato di una dizione perfetta e inconfondibile e di un timbro di voce caldo e armonioso, Buazzelli seppe trarre partito dal contrasto tra la sua stazza ingombrante e l'eleganza del gesto e della parola per creare un tipo umano insieme vigoroso e ombroso, a tratti sognante, capace di passare naturalmente dal comico al drammatico.
L'obesità favorì la neoplasia che lo condusse alla morte a soli 58 anni.
Teatro
Considerato tra i migliori interpreti brechtiani del Novecento, è ricordato per l'interpretazione di Galileo Galilei nella Vita di Galileo diretto da Giorgio Strehler nella stagione 1962/1963 al Piccolo Teatro di Milano. L'incontro con Strehler risaliva al 1952, quando il regista lo chiamò per mettere in scena Elisabetta d'Inghilterra di Ferdinand Bruckner, Il revisore di Nikolai Gogol e Sei personaggi in cerca d'autore di Pirandello.
Nel 1955 Lucio Ardenzi lo coinvolge in una tournée nell'America del Sud[4] - Brasile, Argentina, Uruguay - organizzata con l’appoggio del Ministero dello Spettacolo. Fra i partecipanti attori del calibro di Enrico Maria Salerno, Luigi Vannucchi, Anna Proclemer, Giorgio Albertazzi, Renzo Ricci, Eva Magni, Glauco Mauri, Davide Montemurri, Franca Nuti, Isa Crescenzi e Bianca Toccafondi. A parte il Re Lear di Shakespeare, che vedeva riuniti nello stesso spettacolo tutti gli attori principali della compagnia, il repertorio era tutto italiano: Corruzione al palazzo di giustizia di Ugo Betti, Beatrice Cenci di Alberto Moravia in prima mondiale, Il seduttore di Diego Fabbri.
Tornerà sul palcoscenico del Piccolo Teatro di Milano solo nel 1959, con Platonov di Anton Cechov. Esordisce nel cinema interpretando una piccola parte nel film Il cavaliere misterioso, diretto nel 1948 da Riccardo Freda. In seguito apparirà in più di 20 film in svariati ruoli, spesso da comprimario e talvolta anche come "spalla" di comici affermati quali Totò e Renato Rascel.
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