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«Salvò tante vite. Cattolici o ebrei o protestanti, per lui tutti erano creature di Dio e nel diritto naturale della vita e della libertà. Al tempo dell’infamia delle leggi razziali, fu lui, mio paterno amico, a dirmi, smentendo la scuola fascista, che il popolo ebraico è un grande popolo ricco di geni che hanno operato tante svolte nella storia dell’umanità. Sono il biografo di don Pietro perché la sua vita di uomo giusto ben meritava di essere scritta e additata come esemplare alle nuove generazioni. E ho sentito l’irresistibile dovere di coscienza di chiedere all’autorità di Jad Vashem il riconoscimento, per don Pietro, di “giusto delle nazioni”» (Shalom, dicembre 1997, p. 22).