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Se penso a Tommaso Maestrelli, mi tornano in mente come flash mille immagini. Il suo sorriso, le camminate sull’erba del Maestrelli in compagnia dei suoi ragazzi, le partitelle in famiglia arbitrate cercando di non scontentare nessuno e soprattutto Chinaglia, l’ingresso in campo all’Olimpico prima delle partite in compagnia di Massimo e Maurizio, i suoi due gemelli con cui ho diviso serate spensierate in gioventù a casa di quel grandissimo laziale che rispondeva al nome di Sandro Petrucci.