Stanislav Evgrafovic Petrov

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NATO IL 09-09-1939
MORTO IL 19-05-2017
Unione Sovietica Stanislav Evgrafovic Petrov è stato un militare sovietico, tenente colonnello dell'Armata Rossa durante la guerra fredda. Il 26 settembre 1983 identificò un falso allarme missilistico - prendendo difficili decisioni al limite delle sue prerogative e dei regolamenti preposti - evitando così il più che probabile scoppio di un conflitto nucleare mondiale.
Pubblicato il 24/11/2019


Stanislav Evgrafovic Petrov (in russo: Vladivostok, 9 settembre 1939 – Frjazino, 19 maggio 2017) è stato un militare sovietico, tenente colonnello dell'Armata Rossa durante la guerra fredda.

Il 26 settembre 1983 identificò un falso allarme missilistico - prendendo difficili decisioni al limite delle sue prerogative e dei regolamenti preposti - evitando così il più che probabile scoppio di un conflitto nucleare mondiale.

Biografia
L'incidente del 26 settembre 1983

Il 26 settembre 1983, al culmine della guerra fredda, a Petrov fu richiesto di sostituire l'ufficiale di servizio al bunker Serpuchov 15, vicino a Mosca, con il compito di monitorare il sistema satellitare posto a sorveglianza dei siti missilistici statunitensi, interpretando e verificandone i dati, per informare i suoi superiori di un eventuale attacco nucleare contro l'Unione Sovietica. Nel caso si fosse presentato un attacco, la strategia dell'Unione Sovietica era quella di lanciare immediatamente un contrattacco nucleare su vasta scala contro gli Stati Uniti, secondo la dottrina della distruzione mutua assicurata.

Alle 00:14 (ora di Mosca) il sistema satellitare diede l'allarme segnalando un missile lanciato dalla base di Malmstrom, in Montana, in viaggio verso il territorio sovietico. Petrov, ritenendo inverosimile un attacco con un unico missile, pensò a un errore del sistema e non segnalò ai suoi superiori l'accaduto. Pochi minuti dopo il satellite segnalò altre quattro volte un report uguale, per un totale di 5 missili nucleari potenzialmente in viaggio verso l'URSS. Lanciare l'allarme, assecondando quanto riportato dal sistema, avrebbe potuto significare dar avvio alla risposta nucleare verso gli Stati Uniti da parte sovietica, ma Petrov, che conosceva bene le peculiarità del sistema satellitare sovietico OKO, considerando troppo esiguo l'attacco missilistico in corso rispetto alla dotazione statunitense,[3][4] ritenne che si stesse trattando di una serie di errori. Alla fine delle analisi (con i presunti missili lanciati ancora in volo verso il suolo sovietico, ma non rilevati come presenti da altre fonti), decise di segnalare il tutto ai superiori come un malfunzionamento del sistema, anziché come un attacco nucleare dagli Stati Uniti all'Unione Sovietica.[5] La decisione si rivelò giusta.

Venne infatti poi accertato che si trattava di un falso allarme dovuto a una particolare congiunzione astronomica tra la Terra, il Sole e l'orbita del sistema satellitare OKO - collegata all'equinozio autunnale appena verificatosi (l'accaduto viene infatti ricordato come Incidente dell'equinozio autunnale) - che aveva dato inaspettatamente luogo a consistenti riflessi solari su nubi ad alta quota, erroneamente identificati come lanci di missili. Petrov aveva interpretato i dati e gli ordini nel modo più esatto, con beneficio per tutto il pianeta; tuttavia tale evento metteva in pessima luce la tecnologia delle apparecchiature impegnate nel monitoraggio dei siti missilistici statunitensi, e venne adeguatamente silenziato.



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