Antonino Cassarà

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NATO IL 07-05-1947
MORTO IL 06-08-1985
Italia Antonino Cassarà è stato un poliziotto italiano, assassinato da cosa nostra Infinita Memoria ha realizzato questo Memorial, per omaggiare un Uomo che attraverso il merito della sua opera si è distinto, ricoprendo un ruolo importante nella vita sociale culturale del Paese. E’stato quindi doveroso da parte nostra, erigere un monumento alla memoria, la dove poter indirizzare i nostri Infiniti ringraziamenti

Medaglia d'oro al valor civile - nastrino per uniforme ordinaria  Medaglia d'oro al valor...

Pubblicato il 22/10/2016


Postato il 22/10/2016

"Cassarà sognava una Palermo libera dalla criminalità e dalla mafia: ce l'ha messa tutta, ma ci ha lasciato la pelle". (Margherita Pluchino).
Alessandro Nardelli
Postato il 22/10/2016

Lavorava senza orari ed era capace di scendere in piazza per i suoi uomini in qualunque momento, supportandoli. Non scaricava mai nessuna responsabilità assumendosele in prima persona e questo per noi che lavoravamo con lui era tanto" (Margherita Pluchino)
Rocco M.
Antonino Cassarà, detto Ninni (Palermo, 7 maggio 1947 – Palermo, 6 agosto 1985), è stato un poliziotto italiano, assassinato da cosa nostra.

Biografia
Nato il 7 maggio 1947, Commissario della Polizia di Stato nella questura di Reggio Calabria e poi a Trapani, dove ebbe modo di conoscere Giovanni Falcone. Fu poi vice questore aggiunto in forza presso la questura di Palermo e il vice dirigente della squadra mobile. Nel 1982 lavorava per le strade di Palermo insieme all'agente Calogero Zucchetto, nell'ambito delle indagini sui clan di Cosa nostra. In una di queste occasioni Cassarà e Zucchetto riconobbero i due killer latitanti Pino Greco e Mario Prestifilippo, ma non riuscirono ad arrestarli perché questi fuggirono.
Tra le numerose operazioni cui prese parte, molte delle quali insieme al commissario Giuseppe Montana, la nota operazione "Pizza connection", in collaborazione con forze di polizia degli Stati Uniti. Cassarà fu uno stretto collaboratore di Giovanni Falcone e del cosiddetto "pool antimafia" della Procura di Palermo e le sue indagini contribuirono all'istruzione del primo maxiprocesso alle cosche mafiose. Sposato e padre di tre figl, venne ucciso dalla mafia nel 1985, all'età di 38 anni.

L'assassinio
Il 6 agosto 1985, rientrando dalla questura nella sua abitazione di via Croce Rossa (al civico 81) a Palermo a bordo di un'Alfetta e scortato da due agenti, scese dall'auto per raggiungere il portone della sua abitazione quando un gruppo di nove uomini armati di fucile AK-47, appostati sulle finestre e sui piani dell'edificio in costruzione di fronte alla sua palazzina (al civico 77), sparò sull'Alfetta.
L'agente Roberto Antiochia, che era uscito dall'auto per aprire lo sportello a Cassarà, venne violentemente colpito dagli spari e cadde a terra davanti al portone di ingresso dello stabile. Natale Mondo, l'altro agente di scorta, restò illeso, riuscendosi a riparare sotto l'automobile bersagliata dai colpi dei killer (ma sarà ucciso anch'egli il 14 gennaio 1988).
Cassarà, colpito dai killer quasi contemporaneamente ad Antiochia, spirò sulle scale di casa tra le braccia della moglie Laura, accorsa in lacrime dopo aver visto l'accaduto insieme alla figlia dal balcone della propria abitazione. Antonino Cassarà è seppellito nel Cimitero di Sant'Orsola a Palermo. Dopo l'assassinio (o contemporaneamente a esso) sparisce in questura la sua agenda, dove si presume fossero annotate importanti informazioni.


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