Bartolomeo Vanzetti

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NATO IL 11-06-1888
MORTO IL 23-08-1927
Italia Bartolomeo Vanzetti e Ferdinando Nicola Sacco furono due anarchici italiani. Vennero arrestati, processati e giustiziati sulla sedia elettrica negli Stati Uniti negli anni venti, con l'accusa di omicidio di un contabile e di una guardia del calzaturificio «Slater - Morrill». Sulla loro colpevolezza vi furono molti dubbi già all'epoca del loro processo; a nulla valse la confessione del detenuto portoricano Celestino Madeiros, che scagionava i due.

Pubblicato il 31/01/2014


Postato il 23/08/2023

Se potessi rivederti tra un anno farei tanti gomitoli di mesi. Se l’attesa fosse di secoli li conterei sulla mano. E se sapessi che finita questa vita, la mia e la tua proseguiranno insieme , getterei la mia come inutile scorza e sceglierei con te l’eternità (Emily Dickinson)
Infinita Memoria
Postato il 23/08/2022

Se potessi rivederti tra un anno farei tanti gomitoli di mesi. Se l’attesa fosse di secoli li conterei sulla mano. E se sapessi che finita questa vita, la mia e la tua proseguiranno insieme , getterei la mia come inutile scorza e sceglierei con te l’eternità (Emily Dickinson)
Infinita Memoria
Postato il 23/08/2021

Se potessi rivederti tra un anno farei tanti gomitoli di mesi. Se l’attesa fosse di secoli li conterei sulla mano. E se sapessi che finita questa vita, la mia e la tua proseguiranno insieme , getterei la mia come inutile scorza e sceglierei con te l’eternità (Emily Dickinson)
Infinita Memoria
Postato il 23/08/2020

Se potessi rivederti tra un anno farei tanti gomitoli di mesi. Se l’attesa fosse di secoli li conterei sulla mano. E se sapessi che finita questa vita, la mia e la tua proseguiranno insieme , getterei la mia come inutile scorza e sceglierei con te l’eternità (Emily Dickinson)
Infinita Memoria
Postato il 23/08/2019

“Un uomo non muore mai se c’è qualcuno che lo ricorda.” (Ugo Foscolo)
Infinita Memoria
Postato il 30/06/2019

Grazie a voi ke avete tentato di rendere il mondo un posto migliore è a vostro mondo vi siete riusciti.r.i.p.
Anonimo
Postato il 23/08/2018

“Una lacrima per i defunti evapora. Un fiore sulla loro tomba appassisce. Una preghiera per la loro anima la raccoglie Iddio” (infinitamemoria)
Infinita Memoria
Postato il 23/08/2017

Il ricordo dei defunti, la cura dei sepolcri e i suffragi sono testimonianza di fiduciosa speranza, radicata nella certezza che la morte non è l’ultima parola sulla sorte umana, poiché l’uomo è destinato ad una vita senza limiti, che ha la sua radice e il suo compimento in Dio. (Papa Francesco)
Infinita Memoria
 Pag.  di 2  
Ferdinando Nicola Sacco (Torremaggiore, 22 aprile 1891 – Charlestown, 23 agosto 1927) e Bartolomeo Vanzetti (Villafalletto, 11 giugno 1888 – Charlestown, 23 agosto 1927) furono due anarchici italiani.
Vennero arrestati, processati e giustiziati sulla sedia elettrica negli Stati Uniti negli anni venti, con l'accusa di omicidio di un contabile e di una guardia del calzaturificio «Slater - Morrill». Sulla loro colpevolezza vi furono molti dubbi già all'epoca del loro processo; a nulla valse la confessione del detenuto portoricano Celestino Madeiros, che scagionava i due.
Sacco di professione faceva l'operaio in una fabbrica di scarpe, mentre Vanzetti – che gli amici chiamavano Trumlin – gestiva una rivendita di pesci. Furono giustiziati sulla sedia elettrica il 23 agosto 1927 nel penitenziario di Charlestown, presso Dedham.
A cinquant'anni esatti dalla loro morte, il 23 agosto 1977 Michael Dukakis, governatore dello Stato del Massachusetts, riconobbe ufficialmente gli errori commessi nel processo e riabilitò completamente la memoria di Sacco e Vanzetti.

L'incontro
Nicola Sacco arriva negli USA nel 1909 il 12 aprile, poco prima di compiere diciotto anni, Bartolomeo Vanzetti a venti nel 1908: tra di loro non si conoscono. Vanzetti, al processo, descriverà così l'esperienza dell'immigrazione: "Al centro immigrazione, ebbi la prima sorpresa. Gli emigranti venivano smistati come tanti animali. Non una parola di gentilezza, di incoraggiamento, per alleggerire il fardello di dolori che pesa così tanto su chi è appena arrivato in America". E in seguito scrisse: "Dove potevo andare? Cosa potevo fare? Quella era la Terra Promessa. Il treno della sopraelevata passava sferragliando e non rispondeva niente. Le automobili e i tram passavano oltre senza badare a me".
Sacco, nato a Torremaggiore (in provincia di Foggia) il 22 aprile 1891 da una famiglia di produttori agricoli (Michele Sacco e Angela Mosmacotelli) ben avviata nel commercio di olio extravergine di oliva e vino in Italia a Torremaggiore, trovò lavoro in una fabbrica di calzature a Milford (Massachusetts). Si sposò con Rosina Zambelli (nel 1912) -ò ad abitare in una casa con giardino. Ebbe un figlio, Dante, e una figlia, Ines. Lavorava sei giorni la settimana, dieci ore al giorno. Nonostante ciò, partecipava attivamente alle manifestazioni operaie dell'epoca, attraverso le quali i lavoratori chiedevano salari più alti e migliori condizioni di lavoro. In tali occasioni teneva spesso dei discorsi. A causa di queste attività venne arrestato nel 1916.
Vanzetti, nato a Villafalletto (in provincia di Cuneo) l'11 giugno 1888, era il secondo dei quattro figli di Giovanni Battista Vanzetti (1849-1931), modesto proprietario terriero nonché gestore di una piccola caffetteria, e Giovanna Nivello. Pur non vivendo in grandi ristrettezze economiche (il padre aveva preso in considerazione l'ipotesi di farlo studiare da avvocato) a spingerlo a emigrare furono soprattutto due fatti: la morte improvvisa e tragica dell'amata madre nel 1907, che lo portò quasi alla follia, e probabilmente la consuetudine generazionale (il padre era stato anche lui emigrante per un breve periodo, dal 1881 al 1883 in California). Fece molti lavori, prendendo tutto ciò che gli capitava. Lavorò in varie trattorie, in una cava, in un'acciaieria e in una fabbrica di cordami, la Plymouth Cordage Company. Spirito libero e indipendente, era un avido lettore, soprattutto delle opere di: Marx, Darwin, Hugo, Gorkij, Tolstoj, Zola e Dante. Nel 1916 guidò uno sciopero contro la Plymouth e per questo motivo nessuno volle più dargli un lavoro. Si mise quindi in proprio, facendo il pescivendolo.
Fu in quell'anno che Sacco e Vanzetti si conobbero ed entrarono entrambi a far parte di un gruppo anarchico italoamericano. Tutto il collettivo fuggì in Messico per evitare la chiamata alle armi, perché per un anarchico non c'era niente di peggio che uccidere o morire per uno Stato.



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