Gina Lollobrigita

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NATO IL 04-07-1927
MORTO IL 16-01-2023
Italia Gina Lollobrigida è stata un'attrice italiana.
Annoverata tra le più autorevoli e significative interpreti della storia del cinema, durante la sua carriera è stata diretta da registi italiani di grande spessore artistico come ad esempio Alessandro Blasetti, Vittorio De Sica, Pietro Germi, Alberto Lattuada, Carlo Lizzani, Mario Monicelli e Mario Soldati........
Pubblicato il 19/01/2023


Luigia Lollobrigida, detta Gina (Subiaco, 4 luglio 1927 – Roma, 16 gennaio 2023[2]), è stata un'attrice italiana.

Annoverata tra le più autorevoli e significative interpreti della storia del cinema, durante la sua carriera è stata diretta da registi italiani di grande spessore artistico come ad esempio Alessandro Blasetti, Vittorio De Sica, Pietro Germi, Alberto Lattuada, Carlo Lizzani, Mario Monicelli e Mario Soldati.

Sul versante statunitense, è stata diretta, tra gli altri, da Vincent Sherman, John Huston, Carol Reed, King Vidor, Melvin Frank, Robert Z. Leonard affiancando divi di fama mondiale come Rock Hudson, Tony Curtis, Yul Brynner, Anthony Quinn, Sean Connery, Robert Alda, Burt Lancaster, Errol Flynn, Humphrey Bogart e David Niven.

Con il rallentamento della sua carriera cinematografica ne iniziò anche una seconda come fotoreporter, che la portò negli anni settanta a intervistare Fidel Castro. Durante la sua carriera ha ottenuto numerosi riconoscimenti, tra i quali un Golden Globe per il film Torna a settembre, sette David di Donatello, tre Nastri d'argento, una stella sulla Hollywood Walk of Fame, oltre a una candidatura ai BAFTA per Pane, amore e fantasia.

Biografia
Nacque a Subiaco, in provincia di Roma, il 4 luglio 1927, seconda dei cinque figli di Giovanni Lollobrigida, un facoltoso produttore di mobili che perse le sue proprietà a causa di un bombardamento angloamericano, e di Giuseppina Mercuri.[3] Gina Lollobrigida era nipote di Chelidonia Merosi, supercentenaria già decana d'Italia, suo padre era un cugino del nonno del giornalista sportivo Marco Lollobrigida,[4] era nipote del fratello del bisnonno del politico Francesco Lollobrigida [5] ed era sorella del nonno della pattinatrice Francesca Lollobrigida.[6]

Nel 1944, ancor prima dell'arrivo degli Alleati, la famiglia si trasferì a Roma iscrivendo Gina all'Istituto di belle arti. La famiglia non era più benestante, e quindi per mantenersi agli studi lei vendeva delle caricature disegnate col carboncino e posava per i primi fotoromanzi, con lo pseudonimo di Diana Loris.

Nella primavera del 1947 partecipò al concorso di Miss Roma e si classificò seconda, ottenendo un tale successo di pubblico che venne invitata a Stresa per le finali di Miss Italia, dove arrivò al terzo posto dopo Lucia Bosè e Gianna Maria Canale, future stelle del cinema come lei. In quello stesso anno parteciparono alla manifestazione anche Eleonora Rossi Drago, esclusa perché priva dei requisiti (in quanto già sposata), e Silvana Mangano, anche loro in seguito divenute celebri attrici.

Carriera
I primi anni

Nel 1944 Lollobrigida si trovava sfollata insieme alla famiglia nella zona di Todi. Appena diciassettenne con il cognome "Lollo Brigida" interpretò nel settembre di quell'anno il ruolo di Corinna nella commedia Santarellina di Eduardo Scarpetta, in scena venerdì 8 settembre 1944 per la regia di Luigi Tenneroni al Teatro della Concordia di Monte Castello di Vibio, il più piccolo teatro all'italiana del mondo.[7] Nel 1947 fu protagonista (ancora con lo pseudonimo di Diana Loris) in uno dei primi due fotoromanzi italiani: Nel fondo del cuore, pubblicato a puntate sulla rivista Sogno.

L'attrice iniziò la carriera cinematografica prima come comparsa e controfigura, e successivamente ebbe piccoli ruoli di contorno nei popolari film operistici dell'immediato dopoguerra. Silvana Pampanini ricordava con malizia che fu lei a sceglierla per una particina in una pellicola della quale era protagonista.

Nel 1950, dopo i primi successi, Gina Lollobrigida volò sola verso Hollywood, accettando l'invito del miliardario Howard Hughes, produttore e scopritore di dive come Jane Russell. Quando intuì che stava per essere chiusa in una gabbia dorata tornò precipitosamente a Roma. Il contratto in esclusiva che aveva già firmato le impedì fino al 1959 di lavorare negli Stati Uniti, ma non in produzioni statunitensi girate in Europa, come poi in effetti avvenne.

I primi successi
Tra i suoi primi successi, Campane a martello (1949) di Luigi Zampa, Achtung! Banditi! (1951) di Carlo Lizzani, Passaporto per l'oriente, diretto da registi vari, e soprattutto Fanfan la Tulipe (1952) di Christian-Jaque (Orso d'argento al Festival di Berlino), che la consacrò star in Francia; nello stesso anno in Italia conquistò una vasta popolarità con Altri tempi di Alessandro Blasetti, nell'episodio Il processo di Frine con Vittorio De Sica, che coniò per lei il neologismo maggiorata fisica.

Nel 1953 interpretò, ancora al fianco di Vittorio De Sica, il personaggio della Bersagliera, premiato con il Nastro d'argento e candidato al BAFTA, in Pane, amore e fantasia di Luigi Comencini (Orso d'argento al Festival di Berlino), entrando definitivamente nell'immaginario collettivo grazie alla gradevole e spontanea caratterizzazione della bella popolana povera dal cuore d'oro ma al contempo risoluta e determinata. Raggiunti i vertici della notorietà, l'anno dopo girò il sequel, altrettanto riuscito, Pane, amore e gelosia sempre di Comencini, ma nel 1955 rifiutò di recitare in Pane, amore e... di Dino Risi, terzo capitolo della serie, e venne rimpiazzata da Sophia Loren, sua storica "rivale" secondo la stampa dell'epoca.

Negli anni seguenti l'attrice affrontò diversi ruoli che rivelarono il tentativo di approfondimento drammatico e più maturo delle sue interpretazioni, come in La provinciale (1953) di Mario Soldati, La romana (1954) di Luigi Zampa, che le fece vincere la Grolla d'oro a Saint Vincent, Mare matto (1963) di Renato Castellani e Un bellissimo novembre (1968) di Mauro Bolognini, considerate tra le sue prove migliori, almeno come attrice drammatica.


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