Paolo Salvati (Roma, 22 febbraio 1939 – Roma, 24 giugno 2014) è stato un artista e pittore italiano, esponente della corrente artistica della pittura espressionista.
Biografia
Nasce a Roma il 22 febbraio 1939, in una casa di Via Labicana 50. Indirizzato verso gli studi tecnici dalla zia materna e maestra elementare Lina Patriarca, si diploma geometra e dopo il servizio militare collabora con l'architetto Marcello Rutelli. Nel corso degli anni si rafforza l'idea del cambiamento, passa dalla professione di geometra alla libera interpretazione delle proprie capacità artistiche. Pittore espressionista, i suoi modelli sono William Turner, Claude Monet, Vincent Van Gogh, Henri de Toulouse-Lautrec, nel 1967 espone una serie di opere olio su tela a Cagliari, Oristano, Bosa, Ghilarza, Paulilatino, fino al 1969. Dal 1970 partecipa alle Rassegne di Arti Plastiche e Figurative a Trinità dei Monti e Galleria Alberto Sordi, già Galleria Colonna a Roma.
Dipinge soggetti frutto della fantasia, come la Pietra Blu, i Sogni di Primavera d'Alta Montagna e d'Estate, la Montagna Gialla, le serie Fronde Rosse e Alberi Blu, prepara personalmente tele e telai utilizzati per le sue opere.
Lavora come miniaturista e ritrattista in Piazza Navona a Roma dal 1973[10] in compagnia di numerosi artisti e attori come Federico Boido (1938 - 2014), dipinge miniature olio su tavola raffiguranti monumenti romani e paesaggi di fantasia, usa pastelli su carta per i ritratti, incontra nella storica piazza Giuseppe Avarna, Duca di Gualtieri, Marchese di Castanea, Barone di Sicaminò (1916 - 1999), che scrive e dedica una poesia intitolata A un Amico Pittore il 19 gennaio 1974
Esperto nella progettazione e lavorazione di cornici artigianali su base lignea, nel suo storico laboratorio di via Giuseppe Mantellini a Roma, ricerca tecniche atte alla preparazione di collanti a freddo per l'applicazione di oro e argento vero in foglia. Amante della musica per chitarra da concerto, per passione si cimenta anche nella liuteria.
Stringe rapporti con il pittore e zio materno Gabriele Patriarca, con Rinaldo Caressa (pittore), Roberto Venturoni (pittore e scultore), Alessandro Sbardella (pittore, poeta e attore), con i quali condivide alcune mostre collettive come i cento pittori di via Margutta a Roma le manifestazioni di pittura estemporanea e dal vero, ispirati dall'opera dei XXV della campagna romana. Abbandona la storica Piazza Navona dopo l’incontro occasionale con un collezionista di opere d’arte, nell’estate del 1993, Don Agostino Chigi Albani della Rovere (1929 - 2002), filantropo, mecenate dell'arte.
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