Vespasiano Brancaccio detto "Spasio", nacque da umile famiglia a Scurcola Marsicana (AQ) in Abruzzo il 1 Agosto del 1924. All'età di 18 anni venne chiamato in servizio militare con l'Esercito Italiano per andare a combattere le campagne di Grecia, Albania ed Ucraina sui fronti dei fiumi Don, Dniepr e Dniestr in appoggio alle forze dell'Asse Italia di Mussolini e la Germania di Hitler contro l'Unione Sovietica di Stalin con la mansione di autista di camion per il rifornimento di armi e vettovaglie in supporto ai soldati italiani al fronte in prima linea. L'8 Settembre del 1943 venne firmato l'armistizio con gli alleati, dal Maresciallo Pietro Badoglio, al tempo reggente della Repubblica Italiana, dopo la fuga di Re Vittorio Emanuele III da Roma verso Brindisi, passando per il porto di Ortona a Mare in Abruzzo: il giovane Vespasiano, appena saputo della firma dell'armistizio, si trovava a Dnipropetrovsk, città ucraina posta lungo il fiume Dniepr, lasciò tutto l'equipaggiamento ed il camion sul posto, tornando a Roma in Italia a piedi per 8000 km dall'Ucraina, passando per Moldavia, Romania, Ungheria, Jugoslavia, Fiume, che al tempo era una città fascista italiana e mangiando tutto ciò che incontrò lungo il cammino di ritorno in patria, soprattutto bacche, patate e frutta. Tornato a casa, suonò il campanello di casa sua, la madre aprì la porta e lo scambiò per un venditore ambulante, rispondendogli: "Non ci serve niente, grazie!" richiudendogli la porta in faccia. Vespasiano suonò di nuovo il campanello, la madre lo vide e lui gli disse di essere il figlio e che era ritornato dall'Unione Sovietica a piedi, lei si stupì di vederlo dimagrito di 20 kg e finalmente riuscì ad abbracciare suo figlio, cosa che tante altre famiglie italiane non accadde, perché i lroo figli erano morti sul campo di battaglia. Su questo drammatico evento storico per il nostro Paese e per le Forze dell'Asse, venne prodotto un documentario intitolato: "La disfatta sul Don" ed oggi reperibile facilmente su youtube.
https://www.youtube.com/watch?v=3ktQ7Gk6zmU
Nel Dopoguerra divenne un contrabbandiere che partecipava alla Borsa Nera per reperire il cibo alla sua famiglia e ad amici e conoscenti, percorrendo con una bicicletta di ferro, un tragitto di 100 km lungo la SS5 Tiburtina Valeria, tra Roma e Scurcola Marsicana: partiva dalla capitale con un carico con 50 kg e, quando si trovava a percorrere la salita di Arsoli nel Lazio, prendeva e seminava i ciclisti con le biciclette da corsa, a testimonianza della sua prorompente forza di volontà e soprattutto, fisica. Alle volte, sempre per esigenze di Borsa Nera, portava sigarette e cioccolato percorrendo a nuoto tutto il Mare Adriatico dall'Abruzzo verso la Croazia e ritorno, era un ottimo nuotatore che insegnò poi a mio padre come si nuota in mare aperto con le correnti marine, anche quando si tendono ad incrociare grandi navi, mio padre è diventato un ottimo nuotatore grazie a lui e spesso nuotavano insieme per km in mare aperto, amavano molto stare insieme in questo modo.
Intorno agli anni '60 partecipò a quattro concorsi pubblici dei quali ne vinse tre, scegliendo di andare a lavorare come camionista presso l'ACEA (Agenzia Comunale Energia Elettrica e Acque) a Roma. Per preparazione culturale era il migliore di tutti perché lui stesso si sentiva il migliore, diceva sempre: "Se si presentano in 1000 a questo concorso, io sarò il primo tra questi, se fossero 10000 io sarei il primo lo stesso!" aveva una forte convizione nei propri mezzi proprio perché aveva un grado di eruzione che non conosceva confini: amava molto la letteratura russa, leggeva i romanzi degli scrittori russi Fedor Dovstoevskij, i due suoi preferiti erano "Delitto e Castigo" e "I Fratelli Karamazov" e quelli di Lev Tolstoi, il suo preferito era "Guerra e Pace". Da camionista provetto, amava la vita del globetrotter, la preferiva allo stare in ufficio ad "impiagarsi il sedere" come diceva sempre lui! Insegnò a mio padre a portare il suo TIR da 18 metri a 9 annie per questo papà divenne da quel momento in poi il "Bambino Prodigio" il "Wolfgang Mozart della guida", divenendo, negli anni successivi tra il 1987 ed il 1990, il miglior autista che l'Abruzzo abbia mai conosciuto nella sua storia, recapitando i quotidiani nelle edicole di Marsica, Alto Sangro e Valle Peligna per un giro di 300 km che copriva in appena 6 ore, perché sapeva sempre come organizzarsi il lavoro a monte, lavorando spesso con l'altro mio nonno materno, Carmine Palermo, un altro grande umile lavoratore che si dilettava ad aiutare mio padre in questo lavoro.
Nonno Vespasiano divenne un uomo fondamentale per l'ACEA di Roma, con il camion andava spesso a rifornire le dighe artificiali di condensatori per la manutenzione ordinaria e straordinaria e andava a ripristinare il servizio fondamentale dell'Acqua Pubblica in diverse parti d'Italia, spesso faceva delle trasferte di lavoro in Svizzera, passando per il celebre Passo del Gran San Bernardo. Nel 1980 accadde il terribile terremoto dell'Irpinia, una zona della provincia di Avellino in Campania e mio nonno partì con il suo camion da Roma, percorse 300 km per andare a ripristinare l'uso dell'acqua alle popolazioni locali: sulla guida Michelin che mio padre ancora conserva qui a casa, ci sono ancora segnati tutti i paesi in cui nonno è stato ad effettuare questo tipo di servizio essenziale, ricordo: Sant'Angelo dei Lombardi, Lioni, Pescopagano, Calabritto, Laviano, Valva, poi Auletta, Buccino, Campagna, Colliano, Confursi, Salvitelle e Senerchia che oggi si trovano in provincia di Salerno, un servizio essenziale per la popolazione locale, fu un vero e proprio "angelo dei terremotati" tra i primi ad arrivare sul posto, anche prima del Presidente della Repubblica Alessandro Pertini.
Andò in pensione a Gennaio del 1986, ma non fece a tempo a godersela, perché a Luglio del 1986 tornò in camion dalla Svizzera per un servizio straordinario, faceva freddo, prese un'influenza, che poi divenne febbre per una broncopolmonite che poi si aggravò ulteriormente divenendo polmonite, insfine enfisema polmonare ed il 24 Luglio nella casa estiva di Scurcola Marsicana (AQ) venne colpito da infarto miocardico mentre io, mio padre e mia madre eravamo in vacanza a Rodi Garganico in Puglia, avevo quasi 2 anni: mio padre ricorda ancora che dovette prendere me e mia madre dopo appena due giorni di vacanza, gli altri cinque andarono persi per questo grave lutto che colpì la nostra famiglia. Ho un flebile ricordo di nonno Vespasiano, perché ero ancora troppo piccolo per capire chi fosse realmente, al punto tale che ancora oggi continuo a studiare la sua figura, grazie ai racconti di mio padre ed è emerso che era un grande sportivo, è stato anche un pugile dei pesi massimi, era alto 168 cm e pesava 107 kg ma non era grasso, era tutto muscoli, spesso mio padre si accorgeva della sua incredibile forza quando si abbassava per schivare i suoi pugni quando lo faceva arrabbiare per le marachelle che da lazzarone qual'era, papà combinava a scuola! Nonno Vespasiano amava molto mangiare, dato a casa non mancava mai, era una famiglia agiata la sua grazie al suo lavoro, i soldi non mancavano a casa e quindi era solito spesso mangiarsi da solo 1 kg di pasta, 1 kg di filone di pane, 8 etti di riso ed una colomba sana a Pasqua, usanza che trasmise pure alla moglie Liliana, mia nonna paterna.
Dopo la sua morte avvenuta il 24 Luglio 1986, all'età di 62 anni, venne inumato nel cimitero comunale di Scurcola Marsicana.